Celebrare il 25 Aprile non è in contrasto con il tributo che si deve a un pontefice alla vigilia dei suoi funerali. È vero per qualsiasi pontefice ma è ancora più vero per uno come papa Francesco.
Il 25 Aprile non è un qualsiasi evento sportivo o ricreativo, per cui abbia senso parlare di «sobrietà», ma una data fondamentale che definisce ciò che siamo e i valori che ci guidano, figli della liberazione dal nazifascismo, avvenuta esattamente 80 anni fa. Un compleanno importante in un tempo complesso e pieno di distinguo, amnesie e tentazioni revisionistiche, che rende ancora più necessario non solo far memoria di quei fatti ma anche comprenderne la portata per orientarci nel presente.
Papa Francesco, dal canto suo, ha più volte sottolineato l’importanza della storia, come conoscenza fondamentale per guidare il futuro e non ripetere gli errori del passato. In una lettera in cui auspicava il rinnovamento dello studio della storia della Chiesa per i sacerdoti, il Pontefice invitava a diffidare di chi propone di «ignorare» il passato e di «non fare tesoro dell’esperienza degli anziani»: «Così funzionano le ideologie di diversi colori, che distruggono tutto ciò che è diverso».
La chiave per leggere il presente, continuava papa Francesco, è la «diacronia», ovvero la lettura dei fatti nello scorrere del tempo, che rifiuta l’appiattimento sulla «sincronia», ovvero i fatti letti in un dato momento, astraendoli dalle altre epoche. Tale prospettiva, osserva il Papa, è fondamentale per contrastare la «cancellazione del passato e della storia o i racconti storici tendenziosi».
Per qualcuno questa concomitanza tra la Festa della Liberazione e il lutto per papa Francesco può offuscare il rilievo di questo 25 Aprile speciale, per altri può essere la scusa provvidenziale per sfuggire una ricorrenza sgradita, ma se si va oltre la polemica forse si arriva a capire che siamo di fronte a due fatti di portata epocale, che ci vedono testimoni e che quindi ci richiedono uno sforzo di comprensione supplementare, perché entrambe, a seconda di come saremo in grado di elaborarli, contribuiranno a plasmare il tipo di mondo in cui vogliamo vivere.
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Laurea in lingue, specializzazione in giornalismo. Specializzazioni linguistiche a Londra, Bristol, Universidad Complutense de Madrid. Corso Alta Formazione Università di Padova Fnsi “Raccontare la verità. Come informare promuovendo una società inclusiva”. Vicecaporedattrice al “Messaggero di sant’Antonio”, curatrice dossier attualità. Impegnata nello sviluppo e comunicazione dell’odierna Caritas sant’Antonio, Onlus di promozione allo sviluppo. Da più di 20 anni impegnata nel Sindacato Giornalisti Veneto, membro della Cpo Fnsi, ha fatto parte del Consiglio generale dell’Inpgi (fino 2024) e della commissione “Contributi e vigilanza”. Membro Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Cofondatrice e codirettrice artistica del Festival del Viaggiatore, festival di storie, esperienze e condivisioni nei luoghi minori, ma di grande rilevanza artistica e culturale del Veneto. È tra gli autori di Comunicare nella Chiesa. Linguaggi Maschili e femminili (Emp), Memorie di realtà intraviste (storie di preti operai, ed Ogm, Edn), Le donne che fecero l’impresa. Nessun pensiero è mai troppo grande (Ed del Loggione).