Una delle immagini più iconiche resterà quella di una piazza San Pietro deserta, dilavata da una pioggia incessante. In mezzo, lui, da solo, che fissa il crocifisso, in una corresponsione tanto muta quanto significativa. Era l’inizio della pandemia da Covid 19 e già si misurava la statura di Papa Francesco. Un pontefice che ha fatto della fede militante il suo dogma. Dell’esempio un valore, della concretezza la sua teologia.
Militante lo è sempre stato, fin da quando in Argentina si avvicinò e fu tra i principali esponenti della cosiddetta “teologia della liberazione”, una corrente di pensiero (ma anche di azione) nata negli anni ’60 come risposta alla povertà e alle ingiustizie sociali in America Latina. Questa corrente di pensiero cristiano si concentrava sulla liberazione dei poveri e degli oppressi, adottando una visione radicale della giustizia sociale che prevedeva un cambiamento nelle strutture politiche ed economiche. Una corrente che fu osteggiata e contrastata con la violenza da parte dei regimi sudamericani, perché strizzava l’occhio alla sinistra. Una corrente che, pur sotto traccia, è stata cardinale nel pontificato di Josè Mario Bergoglio, tradotta anche nel motto “Miserando atque eligendo” (scelto per lo stemma papale). L’espressione significa “avendo misericordia e scegliendo”. E in effetti Papa Francesco ha scelto fino alla fine da che parte stare. Lo dimostra anche l’ultimo atto – politico, sicuramente, ma anche di fede cristiana – del suo pontificato e della sua vita terrena: ha scelto di non incontrare sotto i riflettori il vice presidente americano J D Vance. Ha scelto stare dalla parte della pace e di condannare con un silenzio tanto più assordante delle sirene mediatiche quel governo che fin dall’inizio aveva altrettanto scelto da che parte stare, discriminando i poveri e i migranti.

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Insegnante, giornalista professionista, filologo e appassionato di cultura classica. Laurea magistrale in lettere classiche all’Università di Padova nel 2008, corsista del percorso di alta formazione “La passione per la verità” nel 2021. Nel lavoro da giornalista è stato collaboratore di alcune testate venete e di radio locali. Si è occupato principalmente di cronaca bianca, sindacale, politica e amministrazione locale. Nel 2019 ha fondato l’agenzia Niq Multimedia che cura il sito di informazione NewsInQuota. Dal 2019 segue l’ufficio stampa dell’ente Provincia di Belluno.