Dopo tre accessi presso lo sportello preposto, una persona con invalidità al 100 per cento (paziente oncologico sottoposto a cure chemioterapiche con pregresso trapianto) è stata costretta a ingaggiare un avvocato per far valere i suoi diritti
Accade anche questo, oggi, in Italia, dove una persona invalida civile al 100 per cento con accompagnamento, paziente oncologico sottoposto a cure chemioterapiche con pregresso trapianto, s’è dovuto scontrare con lungaggini burocratiche e scarsa sensibilità all’interno di un municipio per il rilascio di un contrassegno auto, che in quasi tutti i Comuni d’Italia viene fornito in dieci giorni.
La storia che viene da San Lucido, piccolo centro della Calabria abitato da circa 6mila anime, appare infatti incredibile e stride fortemente con i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Secondo la pubblica amministrazione locale, che inizialmente ha negato il rilascio del contrassegno, la 47enne paziente oncologica grave non avrebbe avuto diritto al beneficio «perché deambula».
L’ente, dopo avere costretto la donna a chiedere aiuto a un avvocato, ha poi rilasciato il contrassegno, a scadenza ravvicinata, mentre si è ancora in attesa del rilascio di un bollino aggiornato.
A denunciare i fatti, carte alla mano, è l’avvocato Ennio Abonante del foro di Paola, impegnato da anni, gratuitamente, a sostenere battaglie di civiltà a favore di persone fragili, spesso penalizzate da burocrazia, disservizi, ritardi e indifferenza in seno alla pubblica amministrazione.
Abonante ha raccolto la richiesta di aiuto della persona disabile, la quale quotidianamente deve recarsi in auto da Paola, sul Tirreno cosentino, in ospedale a Cosenza e spesso pure a Reggio Calabria.
«Verso la fine di maggio scorso – racconta il professionista, mostrando certificati e missive – sono stato costretto a denunziare l’assurda vicenda che ha visto come protagonista una cittadina di San Lucido, la quale mi aveva segnalato di avere richiesto al Comune il rilascio del contrassegno per disabili ed una solerte impiegata le aveva risposto negativamente, in quanto dal verbale rilasciato dall’Inps, non risultava a suo carico nessuna patologia che limitasse la deambulazione, nonostante fosse invalida civile al 100 per cento con accompagnamento, soggetto diversamente abile in condizioni gravi, legge 104/1992 art. 3 comma 3, paziente oncologico sottoposto a cure chemioterapiche, con pregresso trapianto».
Dopo la corrispondenza intercorsa con il sindaco, il quale, «invece di intervenire e di ammonire la dipendente, ha prima addirittura rivendicato la correttezza dell’operato dell’impiegata, salvo poi dare disposizioni in senso contrario, finalmente verso la metà di giugno scorso il contrassegno è stato rilasciato».
E ciò dopo un primo diniego, a fine maggio 2024.
Il 27 maggio, infatti, il primo cittadino scrive, tra l’altro, che «nessuna richiesta formale è stata presentata dalla sua assistita», la quale – ribatte l’avvocato – «s’è recata tre volte presso lo sportello preposto del municipio di San Lucido».
«La prima volta – chiarisce ancora il professionista – le è stato riferito che sarebbe dovuta recarsi all’Inps di Cosenza; durante il secondo accesso in municipio le è stato riferito che l’ufficio deputato era l’Asp di Paola; la terza volta le è stato detto che sulla base dei documenti esibiti, decreto di omologa del contrassegno, non risultava alcuna patologia limitativa della deambulazione».
«Prendo atto che non ha voluto risolvere il problema» – è la risposta dell’avvocato al sindaco, che aggiunge: «Formulo, ufficialmente, una richiesta urgente di rilascio del contrassegno disabili in favore della signora, che mi auguro venga esaminata ed evasa con assoluta tempestività e priorità, anche se non è caldeggiata da nessun amministratore, visto che sta solo rivendicando un suo diritto e non vuole che questo diventi un favore».
A questa nuova osservazione, replica ancora una volta il sindaco che, nel merito, scrive: «Il verbale definitivo rilasciato dalla competente commissione medica e prodotto allo scrivente in allegato riporta la dicitura “revisione sì”, “anno 2023, mese di giugno”».
Quindi chiede all’avvocato di fornire la certificazione aggiornata.
Dopo tre accessi in Comune, un diniego e scambi di missive, la persona invalida ottiene quindi l’agognato tesserino.
Tuttavia, il responsabile del settore ha posto come scadenza sul medesimo contrassegno il 30.6.2024 in quanto era in corso la verifica dei requisiti da parte dell’Inps.
«Non ho voluto né polemizzare né infierire sulla illegittimità e sull’abuso commesso dai burocrati comunali – dice a tal proposito l’avvocato Abonante – poiché fino alla conclusione del procedimento e, quindi, fino a prova contraria, alla cittadina non poteva essere negato il suo diritto».
A conferma di quanto spiega il professionista, il 15 luglio 2024, la signora ha purtroppo ricevuto il verbale dell’Inps con il quale è stata confermata sia la sua condizione di invalida al 100 per cento con diritto all’accompagnamento e sia la sua disabilità ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992.
E, pertanto, con pec del 18 luglio 2024, l’avvocato Abonante ha richiesto al sindaco di impartire le direttive finalizzate all’immediato aggiornamento della scadenza del contrassegno, senza però ricevere alcun riscontro.
Ancora oggi, 1° agosto 2024, a distanza di tre mesi dal primo accesso in municipio da parte della persona disabile, dopo un primo diniego e distinti solleciti scritti da parte del suo avvocato, si resta ancora in attesa della consegna di un contrassegno aggiornato all’avente diritto.
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Nato a Paola (Cosenza) nel 1974, giornalista professionista e social media manager. Lauree in giurisprudenza e in scienze politiche. Ha conseguito il titolo di alta specializzazione universitaria presso l'Ateneo di Padova nell'azione di contrasto a fake-news, distorsioni cognitive, populismi e hate speech presenti in rete e, in ambito social, un master in social media manager presso 24 Ore Business School. Avviato come cronista di giudiziaria, nel 1998, da "Il Quotidiano della Calabria", nel 2001 è stato assunto da "La Provincia Cosentina" come redattore ordinario, divenendo poi responsabile della redazione del Tirreno cosentino. Ha lavorato per "Calabria Ora" e poi per "L'Ora della Calabria" con la qualifica di vice capo servizio responsabile della Redazione del Tirreno. Assunto dal giornale nazionale "Cronache del Garantista", diretto da Piero Sansonetti, dopo un biennio è passato al quotidiano la nuova Provincia di Cosenza e, successivamente, ha gestito per cinque anni la realizzazione delle pagine del Medio e Basso Tirreno cosentino de "Il Quotidiano del Sud. Ha collaborato con l'AGI e con Il Giornale.it diretto da Augusto Minzolini. Ha rivestito incarichi di addetto stampa nella Pubblica Amministrazione. Attualmente è direttore responsabile del giornale telematico "Calabria Inchieste" (www.calabriainchieste.it)