Come centinaia di migliaia di altre persone oggi, 21 aprile, ero incollata ai lanci di agenzie, alla tv e al web, per seguire le notizie e le testimonianze sulla morte di Papa Francesco.
Ed è così che ho ascoltato in diretta, allibita, il ricordo di Papa Francesco da parte del ministro della difesa Crosetto, raccolto dal Tg1.
Certo, Francesco è stato il Papa di tutti, perché nella Chiesa c’è posto per tutti, senza distinzione. E tutti hanno il diritto di ricordarlo.
Ma magari sarebbe stato bello se, oltre al ricordo, il ministro Crosetto (che ha un passato, ricordiamolo, nell’AIAD, il gruppo confindustriale che raggruppa le aziende produttrici di armi…) avesse espresso l’intenzione di non dare seguito all’aumento delle spese per le armi, decisione che la presidente Meloni ha ribadito nel suo recente dialogo con Trump (portare la spesa per le armi al 2% del nostro Pil, mentre scuola, sanità, ricerca languono…).
Ricordiamole le parole (solo alcune…) di Papa Francesco sulla produzione e il commercio di armi. Sono chiarissime e non lasciano adito a interpretazioni.
2014, nel primo incontro in Vaticano con i Movimenti Popolari (quello in cui per la prima volta disse che nel mondo si stava già combattendo “la terza guerra mondiale a pezzi” ), il Pontefice così si esprimeva:
“Ci sono sistemi economici che per sopravvivere devono fare la guerra. Allora si fabbricano e si vendono armi e così i bilanci delle economie che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro ovviamente vengono sanati. E non si pensa ai bambini affamati nei campi profughi, non si pensa ai dislocamenti forzati, non si pensa alle case distrutte, non si pensa neppure a tante vite spezzate”.
E dieci anni dopo, nel novembre 2024, nell’udienza alla Confederazione Nazionale Artigianato e piccola media impresa ha ribadito: “Mi ha detto un economista che gli investimenti che danno più reddito oggi, in Italia, sono le fabbriche delle armi. Questo non abbellisce il mondo, è brutto. Se tu vuoi guadagnare di più devi investire per uccidere… Abbellire il mondo è costruire pace”.
Ecco, alla luce di queste parole (e ripeto che sono solo un piccolo esempio delle molte altre espresse in tal senso), che proprio il ministro Crosetto sia stato chiamato dal servizio pubblico a ricordare un Papa che ha sempre denunciato che sono la produzione e il commercio di armi tra le prime cause della proliferazione delle guerre è davvero una contraddizione che non trova giustificazione.

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Giornalista professionista dal 1999. Attualmente vicedirettrice del Messaggero di Sant’Antonio, per il quale sono stata caporedattrice delle riviste in lingua italiana (dal settembre 2007 dell’edizione nazionale e dal dicembre 2010 al gennaio 2019 anche dell’edizione per gli italiani all’estero) e responsabile dell’area comunicazione (2010-2014). Seguo come vice anche il nuovo progetto web della rivista, avviato nel gennaio 2024. Ho collaborato con numerose testate giornalistiche (Famiglia cristiana, Osservatore Romano, Adista, Corriere del Veneto…), ho diretto una collana di libri (Ape, autori per l’educazione) per le Edizioni Messaggero Padova (EMP), ho coordinato redazionalmente la testata Tau-Ofs Veneto, e ho diretto il trimestrale Momenti francescani. Dal giugno 2019 sono segretaria regionale di Ucsi-Unione cattolica stampa italiana Veneto. Con altri autori e autrici, ho firmato alcuni libri, tra i quali: Donne che fecero l’impresa. Veneto (Edizioni del Loggione, 2020), Verso la felicità (Emp, 2015), Sedotti e abbandonati? (Emp, 2012). Amo leggere, camminare, andare a teatro e ai concerti.