La Cura del Vero

Affluenza e democrazia: il lato oscuro della luna (elettorale)

Partecipazione è democrazia. Oppure partecipazione e democrazia. Il concetto non cambia: si tratta di due elementi che vanno sempre combinati insieme (come l’ossigeno e l’idrogeno, nell’acqua). Allora Houston, abbiamo un problema. Perché la partecipazione latita, e di conseguenza… (troppo facile chiudere il sillogismo).

Il dato è significativo: alle ultime Europee si è recato alle urne appena il 49% degli elettori italiani, nel 2019 l’affluenza era arrivata perlomeno al 45%. Se si guarda alle amministrative, il dato sale leggermente: 62%. Ma si scende di nuovo sotto la soglia di guardia al turno di ballottaggio (47%). Gli italiani, insomma, non hanno più voglia di esercitare il loro diritto di voto. Se ne fregano, per dirla in modo tranciante (senza andare a vedere da dove deriva il motto “me ne frego”…).

Poi però i dati vanno guardati tutti. E ce n’è uno che inquieta ancora di più. Arriva dalle amministrative del Bellunese, piccola e spopolata provincia di montagna: 31 Comuni al voto su 60; di questi, quasi la metà (15) presentava una sola lista; e la maggior parte non ha neppure potuto completare tutte le caselle disponibili per i candidati consiglieri. Il risultato è che molti consigli comunali per i prossimi cinque anni avranno nove consiglieri anziché dieci, o undici al posto di dodici. E che non vivranno le dinamiche di maggioranza e opposizione, perché con un solo candidato, non c’è scelta.

Piccoli e piccolissimi Comuni, si dirà. In effetti si tratta perlopiù di municipi da mille abitanti, o poco più. Ma la partecipazione si può misurare con i criteri della demografia? Evidentemente no. Ma altrettanto evidentemente il problema è serio. Non c’è solo la scarsa affluenza: c’è anche la scarsa voglia di mettersi a disposizione della collettività (perché questo fa un sindaco o un consigliere comunale in un Comune da 500-600 abitanti: un servizio di cittadinanza attiva).

Si può aggiungere anche un ulteriore dato: in diversi casi, quei 16 Comuni con una sola lista in lizza hanno avuto come candidati amministratori ultra 65enni; due addirittura sono ora alla settima e ottava esperienza da sindaco. Se si uniscono il dato anagrafico e quello della scarsa partecipazione, il mix che ne deriva è potenzialmente esplosivo: potrebbe succedere che tra cinque anni molti Comuni non presentino neppure una lista di candidati.

  • Damiano Tormen

    Insegnante, giornalista professionista, filologo e appassionato di cultura classica. Laurea magistrale in lettere classiche all’Università di Padova nel 2008, corsista del percorso di alta formazione “La passione per la verità” nel 2021. Nel lavoro da giornalista è stato collaboratore di alcune testate venete e di radio locali. Si è occupato principalmente di cronaca bianca, sindacale, politica e amministrazione locale. Nel 2019 ha fondato l’agenzia Niq Multimedia che cura il sito di informazione NewsInQuota. Dal 2019 segue l’ufficio stampa dell’ente Provincia di Belluno.

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