La Cura del Vero

Il terzo sì, “una pietra di inciampo”

Questo quesito, il terzo, nel caso vincessero i Sì, avrà come conseguenza il rendere obbligatoria la specificazione del motivo per cui si ricorre a contratti a tempo determinato. Come ci ricorda Fabrizio Barca (Le ragioni del Forum Disuguaglianze e Diversità per votare e far votare SÌ ai 5 referendum – Forum Disuguaglianze Diversità; Microsoft Word – Trascrizione Relazione La Spezia_update.docx) “Qui l’obiettivo non è abolire il lavoro a tempo determinato, …. L’obiettivo è che esso cessi di essere il mezzo degenerato a cui le imprese ricorrono in assenza di una strategia aziendale e fuori da ogni contrattazione nazionale di settore relativa al lavoro” (2025). Le ragioni da apporre devono essere significative.

Si tratta così di portare la nostra attenzione sulle forme eccessive ed estreme di flessibilizzazione e precarizzazione, un trend che nasce da lontano; dobbiamo imparare a conoscere tutto questo, riflettere sulle conseguenze, e ragionare su soluzioni anche diverse.

Come sappiamo a partire dagli anni ’80 in Europa, e così anche in Italia, è divenuto centrale il tema della flessibilità. La visione neoliberista è diventata via via quella dominante e si è narrato a più riprese della rigidità del mercato del lavoro, facendola discendere dalle sue tutele, considerate sempre più come un freno. È così stato avviato un processo che ha portato a contrarre il lavoro a tempo indeterminato, le sue protezioni, considerate dei costi, a liberalizzare il mercato del lavoro.

Le varie normative che si sono succedute in queste ultime decadi hanno contributo a favorire la flessibilità che di fatto e a ben vedere ha potenziato la precarietà. L’incremento di condizioni lavorative che si allontano sempre più da esperienze dignitose e incentrate sui diritti ci portano a richiamare l’attenzione su un sistema socio-economico che punta all’estrazione di ricchezza, che ha come obiettivo la sottrazione e il successivo accumulo di fortune grazie all’utilizzo di un potere di mercato per sfruttare i consumatori e i lavoratori e le lavoratrici (Stiglitz, 2020).

Tanta ricerca mette in evidenza che il lavoro precario si associa a condizioni che rendono più difficile ai più migliorare le proprie competenze; spesso in effetti si viene a creare un circolo vizioso negativo, con poche persone, altamente qualificate e in pochi ambiti professionali, che possono sperimentare un miglioramento della propria situazione e trarne beneficio. La precarietà inoltre è in relazione a limitazioni del reddito, all’aumento di forme di controllo, all’ampliamento delle discriminazioni e delle vulnerabilità psicologiche, in particolare verso categorie già a rischio associate a disabilità, genere, età, storie di migrazione (Cigna, 2020; Nota, 2021).

Il referendum è anche l’occasione per pensare a tutto ciò, per informarsi, per non far passare inosservato questo processo!

La precarietà non è il prezzo da pagare all’innovazione, il diritto del lavoro non si contrappone al rinnovamento, la flessibilità decisa dall’alto non è garanzia di crescita. Va stimolata una visione del lavoro che per essere realmente innovativa deve diventare capace di superare il suo impoverimento e la sua svalutazione a vantaggio di pochi.

Facciamo Sì che il referendum diventi per noi “una pietra di inciampo” per ridare valore al lavoro, per rigenerare la qualità della vita lavorativa, per cercare soluzioni altre da quelle fin qui sperimentate, per costruire un nuovo senso dello stesso alla luce di diritti, dignità, pace, libertà, uguaglianza, natura, inclusione, e futuri di qualità per tutti e tutte, comprese anche le altre forme di vita.

  • Laura Nota

    Professoressa ordinaria di Psicologia dell’orientamento e psicologia dell’inclusione presso l’Università di Padova, dove dirige il Laboratorio di Ricerca e Intervento per l’Orientamento alle scelte, ha diretto il Centro di Ateneo per la disabilità e l’Inclusione (2010-2020) ed è stata Delegata per Rettore per l’Inclusione e la Disabilità (2015-2021). Coordinatrice del GdL ‘Inclusione e Giustizia sociale’ nell'ambito Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, presidente della Società Italiana Orientamento, past president dell’European Society for Vocational Designing and Career Counseling, editor dell’International Journal for Educational and Vocational Guidance. Rappresenta l'Università di Padova nell'UNITWIN NETWORK “Life designing interventions for decent work and sustainable development”, espressione dell'UNESCO Chair for Lifelong Counseling. Ha diretto i due corsi di Alta Formazione ‘La passione per la verità e la costruzione di contesti inclusivi’ in collaborazione con la Federazione Nazionale per la Stampa Italiana, Articolo 21, il Sindacato Giornalisti del Veneto, ed è membro del comitato ordinatore del corso di perfezionamento in Orientamento e career counselling per l’inclusione, la sostenibilità e la giustizia sociale. Ha partecipato al GdL di contrasto alle disuguaglianze del Mur coordinato da Fabrizio Barca e Fulvio Esposito nel 2020, ed è membro del gruppo di lavoro sulle disuguaglianze del Forum Disuguaglianze e Diversità.

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