La Cura del Vero

La festa del pesce che serve in tavola la solidarietà

È un ritrovo di montagna, ma porta in tavola baccalà, seppie, sarde in saor e bruschette di mare. Sono i piatti della solidarietà, che da diversi lustri l’associazione Insieme si Può di Belluno serve a tutti coloro che partecipano alla Festa del Pesce, di fine agosto. Lo scopo è tanto nobile quanto solidale: aiutare quelle parti del mondo che hanno bisogno di una mano, di un sorriso e di qualcuno che crede in loro.

Quest’anno la festa ha compiuto un traguardo importante: 40 anni tondi. «In questi 40 anni sono stati raccolti fondi per 40 diversi progetti, in 16 Paesi del mondo dove ha operato e opera tuttora Insieme si Può: Uganda, Brasile, Madagascar, Kenya, Afghanistan, Sud Sudan, Ciad, Argentina, Senegal, solo per citarne alcuni. E anche progetti a supporto delle situazioni di povertà e fragilità sul territorio bellunese, oltre che di emergenza a livello nazionale, ad esempio nel caso della popolazione colpita dal terremoto in Abruzzo nel 2009» spiegano dall’associazione bellunese. «Tutto per un totale di circa 547.000 euro destinati a progetti riguardanti la scuola e l’istruzione, l’infanzia, il cibo e la sicurezza alimentare, la salute, l’accesso all’acqua potabile».

Lo scorso fine settimana (da venerdì 23 a domenica 25 agosto) il campo sportivo di Cusighe (quartiere di Belluno) ha ospitato la quarantesima edizione della festa. Ha servito in tavola buon pesce per centinaia di appassionati. Ha proposto un torneo di calcio saponato. E quest’anno ha raccolto fondi per il progetto “Il Pulmino della Vita” ad Aleppo, in Siria, dove gli oltre 13 anni di conflitto violento e brutale e le conseguenze del terremoto avvenuto a febbraio 2023 hanno ridotto oltre 12 milioni siriani in condizioni di povertà estrema e insicurezza alimentare. «Anche per questo, l’oltre 75% delle famiglie sono costrette a mandare i propri figli a lavorare come addetti alle pulizie, netturbini, operai edili, meccanici o falegnami» spiegano dall’associazione Insieme si Può. «Per le strade della città quindi vivono migliaia di “bambini senza nome”: orfani, abbandonati e costretti a loro volta a lavori estremamente duri e faticosi. Il “Pulmino della Vita” (nella foto sotto) permette di raggiungere, durante la pausa pranzo o all’uscita dal lavoro, oltre 100 di questi bambini, garantendo loro supporto psicologico, alfabetizzazione ed educazione di base: un semplice pulmino si trasforma così in un luogo sicuro, in cui ogni bambino può ritrovare un’opportunità di speranza e riscatto». 

  • Damiano Tormen

    Insegnante, giornalista professionista, filologo e appassionato di cultura classica. Laurea magistrale in lettere classiche all’Università di Padova nel 2008, corsista del percorso di alta formazione “La passione per la verità” nel 2021. Nel lavoro da giornalista è stato collaboratore di alcune testate venete e di radio locali. Si è occupato principalmente di cronaca bianca, sindacale, politica e amministrazione locale. Nel 2019 ha fondato l’agenzia Niq Multimedia che cura il sito di informazione NewsInQuota. Dal 2019 segue l’ufficio stampa dell’ente Provincia di Belluno.

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